Benvenuti alla Favola del Successo. Io sono Dario Ramerini, codirettore della collana. Oggi abbiamo il piacere di ospitare una professionista che ogni giorno si prende cura del benessere delle persone con la sua esperienza medica nel campo dell’alimentazione. Con noi c’è Sara Gobbato, nutrizionista esperta di nutrigenetica.
Benvenuta, Sara!
“Grazie, Dario. È un piacere essere qui”.
Oggi ti chiedo di immaginare, grazie alla tua esperienza, un libro utile per tutti i lettori della Favola del Successo. Sto parlando di un metodo nutrizionale per contrastare e prevenire l’infiammazione silente che causa tante malattie.
“Assolutamente. Oggi si parla molto di dieta antinfiammatoria, ma spesso non si conosce la base scientifica né il punto di partenza corretto. Quando un paziente si presenta da me, la prima cosa che chiedo è se ha esami del sangue recenti, entro l’ultimo mese o due. In caso contrario, invito sempre a effettuarli prima della visita, perché servono come base per una corretta anamnesi e personalizzazione del piano alimentare”.

Sara Gobbato dottoressa nutrizionista intervistata dalla Favola del Successo
Quindi non basta dire “sto bene” per escludere un’infiammazione.
“Esatto. Possiamo anche non avere patologie conclamate, ma certi parametri ematici o urinari possono rivelare uno stato infiammatorio latente. E da lì parte tutto il nostro lavoro”.
Il piano alimentare, quindi, è personalizzato?
“Certamente. Deve tenere conto non solo dei dati clinici, ma anche dei gusti e delle abitudini personali. Non ha senso proporre cibi che il paziente non ama o non sa preparare. Mangiare deve restare un piacere, non un’imposizione”.
E la genetica? Quanto incide sul tipo di alimentazione?
“Moltissimo. Senza imporsi, parlo sempre con il paziente della possibilità di fare un test genetico. Le mutazioni nel nostro DNA ci accompagnano per tutta la vita e possono condizionare il modo in cui metabolizziamo certi alimenti. Ad esempio, se una persona ha una predisposizione genetica all’intolleranza al lattosio o alla celiachia, non è detto che sviluppi la patologia, ma conoscerlo ci permette di prevenire”.
Quindi non si tratta solo di eliminare, ma anche di dosare, giusto?
“Esatto. Spesso non serve togliere un alimento, ma semplicemente regolare le quantità. In altri casi, una sospensione temporanea è utile. Tutto parte dalla consapevolezza”.
Cosa mi dici della qualità dei nutrienti?
“Fondamentale. Il problema non è solo cosa mangiamo, ma come viene prodotto e lavorato. La qualità delle farine, ad esempio, è molto peggiorata negli ultimi anni. I cibi pronti, ricchi di additivi, devono essere consumati raramente. Bisogna imparare ad organizzarsi per cucinare in casa cibi sani e bilanciati”.
Un altro argomento che pochi conoscono è la furosina. Ce ne parli, Sara?
“Volentieri. La furosina è una sostanza che si forma durante la cottura ad alte temperature di alimenti contenenti zuccheri e proteine, come la pasta o il pane. Può danneggiare l’intestino, compromettendo l’assorbimento dei nutrienti”.
E proprio nell’intestino si produce una buona parte della serotonina…
“Esattamente. Il cosiddetto secondo cervello. Il benessere intestinale influenza il nostro umore. Otto pazienti su dieci necessitano di probiotici, oltre che di un intervento alimentare.”
Ma molti non assumono nemmeno alimenti ricchi di inulina, fondamentale per i probiotici…
“Infatti! E tanti prendono fermenti senza sapere con che frequenza o in che modo. Oppure usano farmaci per “resettare” l’intestino senza poi fare il necessario per ricostruire una flora batterica sana”.
La candidosi è un altro problema trascurato, specialmente dagli uomini: che ne pensi?
“Sì, spesso è asintomatica. E la candida prolifera con zuccheri e lieviti. Bisogna ridurre questi alimenti e agire in modo mirato”.
Dalle tue risposte deduco che il tuo messaggio di educazione alimentare sia funzionale quanto sostenibile, Sara! Non si tratta delle solite diete drastiche che lasciano tutto invariato dopo la loro inevitabile interruzione…
“Esatto. Serve consapevolezza. Il primo passo è capire. Solo così si cambia davvero”
Il libro che potresti scrivere, Sara, partirebbe dall’infiammazione e dai suoi sintomi silenziosi. Senza dover ricorrere sempre ai farmaci che a volte fanno peggio che meglio.
“Sì, aiuterebbe a riconoscerli e a intervenire con piani alimentari graduali, sostenibili e personalizzati. Vero: un libro utile che aiuti a contrastare l’infiammazione mediante l’informazione. A proposito dei farmaci, molti pazienti li interrompono da soli, senza parere medico. Meglio partire da alimentazione e integrazione mirata, ricorrendoci solo se necessario”.
Allora, non vediamo l’ora di Grazie di essere stata alla Favola del Successo, Sara!
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