Anna Napoletano immagina il libro “Lavoro Agile e Piano B” con La Favola del Successo

Benvenuti a un nuovo appuntamento con le interviste de “La favola del successo”, la collana di libri dedicata agli imprenditori e a chi desidera accrescere il proprio know-how. Oggi siamo con Anna Napoletano, una consulente del lavoro molto speciale, con cui andremo ad approfondire i temi e la struttura del libro che sta progettando, dedicato al “lavoro agile”.

 Anna Buongiorno! Tu hai già un titolo per il tuo libro, giusto?

“Sì, il mio libro si chiama “Nessuno si è accorto di Anna””.

Questo titolo ci porta al tuo ambito di lavoro e della tua mission, che consiste nell’aiutare le persone a mettere in risalto le proprie skills, le proprie capacità e caratteristiche per trovare il posto di lavoro migliore e far funzionare poi le aziende. “Nessuno si è accorto di Anna” è un titolo simbolico, rappresenta la classica situazione in cui un’azienda non è in grado di accorgersi delle potenzialità di un dipendente e di valorizzarle. È corretto?

“Allora, secondo me, il fatto di non accorgersi di un dipendente, ma, soprattutto, di un dipendente che vale, porta l’azienda ad avere una perdita di tipo “personale”, che poi si traduce in una perdita di tipo economico, perché la valorizzazione delle singole persone si traduce poi necessariamente, non come fine diretto, ma come fine mediato, in un benessere per l’azienda e quindi per tutti gli altri dipendenti e ovviamente per la proprietà”.

Oggi ci sono tanti libri sul lavoro, dedicati alle job descriptions, alle skills da sviluppare, al software, all’hardware ecc. Però lo spunto che ci hai dato ci porta a immaginare un libro nuovo e diverso e in cui si potrebbe inserire alla perfezione il tema del “lavoro agile” e del “piano B”, su cui tu hai molto riflettuto. Ce ne vuoi parlare?

“Sicuramente l’obiettivo del lavoro Agile è quello di consentire alle persone, ai lavoratori, di coniugare le esigenze familiari e personali con il lavoro. Il lavoro è un aspetto molto importante della nostra vita, ma se una persona non sente di esprimere tutto il suo potenziale nel lavoro che fa le dev’essere data comunque la possibilità di esprimerlo questo potenziale. Si potrebbe pensare che questa cosa sia egoistica, ma, alla resa dei conti, il fatto che una persona sviluppi i suoi talenti e le sue passioni a livello collettivo sicuramente comporta un benessere per tutta la società. Quindi, secondo me, il lavoro agile può aiutare chi magari ha dei potenziali nascosti che, per qualsiasi motivo, non riesce ad esprimere”.

La scoperta del nostro talento, però, non è solo qualcosa che di dobbiamo attendere dagli altri…

“Certo, spesso nel mondo del lavoro sono gli altri a non accorgersi delle nostre potenzialità, ma a volte siamo noi che ci dimentichiamo di noi stessi. Io mi immagino un libro che consenta di fare esercizio, che dia dei consigli pratici riguardo al metodo per farsi le domande corrette e cercare di comprendere noi stessi, perché siamo spesso rivolti a cercare conferme dall’esterno e a riflettere il giudizio che gli altri danno di noi. Però è fondamentale capire anche noi cosa vogliamo, cosa cerchiamo e comprendere quello per cui siamo predisposti e destinati”.

Quindi il tuo libro potrebbe focalizzarsi su quelli che la Programmazione Neuro-Linguistica chiama “metaprogrammi funzionali”, ovvero quegli automatismi che possono essere sviluppati tramite l’esercizio per generare comportamenti efficaci e utili alla persona al fine di mettere a frutto le proprie potenzialità e raggiungere i propri obiettivi…

“Sì, sicuramente. Il libro dovrà partire dalla situazione oggettiva del mondo lavorativo contemporaneo, prendendo in considerazione le norme, le caratteristiche, le diverse opportunità di lavoro agile e tutti i “lacci” che determinano tempi e modi entro i quali possiamo svolgere le nostre professioni. Però, al di là di quello, dovrà focalizzarsi sulle skill personali che possono consentire di coltivare concretamente le proprie passioni”.

Ci sembra davvero un progetto editoriale affascinante e utile Anna, saremmo davvero orgogliosi di vedere il tuo libro fra i titoli della collana de “La favola del Successo”. Sarebbe bellissimo chiamare il tuo libro “Lavoro agile e piano B“, mantenendo la forte portata del titolo precedentemente scelto da te, ma ampliandola alla necessità conoscitiva della platea interessata all’empowerment e all’apertura di possibilità lavorative.

 

Guarda la video-intervista:

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